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(回答先: 伊が繰り上げ撤退か イラク駐留軍(共同通信) 投稿者 あややの夏 日時 2005 年 8 月 13 日 20:53:06)
30分ほど前にコリエレ紙サイトに出た記事です。兵士130名の帰国を証言したのは
匿名希望の軍司令官。政府の公式声明はまだです。
また、7月末にバグダッドの赤十字イタリア人職員が病院施設にイラク人医師と
看護婦を残したまま’忽然と姿を消した’との報道もあります。
交代要員の予定がない事実上の撤退であり、詳細はまもなく明らかにするとの
赤十字広報のコメントつきのピースリポーターの記事を末尾に添付します。
同種の記事は、新聞サイトでは今のところみつかりません。
・・・コリエレ紙記事 訳出開始
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/08_Agosto/13/missione.shtml
撤退は9月開始予定
イラク イタリア兵士の撤退開始
8月、ナッシーリアよりサンマルコ大隊が交代なしで帰国。
ナッシーリア(イラク)発 -イラク駐留イタリア軍がこっそり撤退を始めたのかも
しれない。 3月29日にイラク入りしたサンマルコ大隊の狙撃手130名が、8月5日
ナッシーリアより帰国したが、通常とは違って交代なしだった。「サンマルコの
狙撃手は既に任期を全うしていた。衛生上の指令に基づき、ここに残れなかった者
たちだ。9月に約300名の撤退が予定されているため、ひと月だけ早まることになるが
交代要員を送らないことにした」と説明するのは匿名希望の現地指令官で、このように
期間が短い交代は費用がかかりすぎることを強調した。
ミッション
以前よりシルビオ・ベルルスコーニ首相は、ディカールで”アンティカ・バビロニア”
作戦に携わるイタリア駐留軍の10%削減を公言していた。イラク駐留外国軍の4分の1に
あたる3000名のイタリア軍の12月までの駐留継続は、先ごろ国会で決議された。
これまでイラクで犠牲になったイタリア人は、兵士26名、民間人6名、Sismi情報局の
ニコラ・カリパリである。
Il parziale rientro doveva cominciare da settembre Iraq: cominciato il ritiro dei soldati italiani Ad agosto rientrati da Nassiriya 130 militari del battaglione San Marco che non sono stati sostituiti STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
NASSIRIYA (IRAQ) - Sarebbe cominciato in sordina il ritiro dei militari italiani dall'Iraq. Il 5 agosto sono infatti rientrati da Nassiriya 130 fucilieri del San Marco, impegnati in Iraq dal 29 marzo, e diversamente dal solito non sono stati sostituiti. «La compagnia di fucilieri del San Marco aveva terminato il suo turno. Per motivi di ordine sanitario gli uomini non potevano rimanere, e si è ritenuto di non sostituirli per un solo mese visto che da settembre è prevista la riduzione di circa 300 uomini», ha spiegato un ufficiale dell'esercito che ha preferito restare anonimo, precisando che un avvicendamento sarebbe stata un'operazione troppo dispendiosa per un arco di tempo così breve.
LA MISSIONE - Nei mesi scorsi il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva annunciato una riduzione di circa il 10% del contingente italiano impegnato nella provincia meridionale di Dhi-Qar nell'ambito dell'operazione "Antica Babilonia". A luglio la missione italiana - che vede impegnati circa 3.000 uomini, il quarto contingente straniero in Iraq - è stata prorogata dal Parlamento fino al 31 dicembre. Finora hanno perso la vita in Iraq complessivamente 26 militari italiani, a cui si aggiungono sei civili e il funzionario del Sismi Nicola Calipari.
13 agosto 2005
・・・
赤十字イタリア職員が消えた記事
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idart=3379
Iraq - 01.8.2005
Croce rossa in fuga?
Irreperibile da due giorni il personale italiano della Croce Rossa a Baghdad
All’ospedale della Croce Rossa Italiana di Baghdad il personale italiano è sparito. Per le corsie non si nota un cambiamento rilevante, e non si respira neppure aria di smobilitazione. I medici e gli infermieri iracheni sono all’opera, ma da due giorni ormai l’intero staff di nazionalità italiana, che di solito lavora nell’ospedale, è irreperibile. Potrebbe essere un cambio di personale, ma così non è.
Potrebbe anche essere finalmente arrivato il passaggio di consegne tra gli italiani e gli iracheni. Ma perché farlo di nascosto, spostando il personale di notte e portandolo in fretta e furia sotto l'ala protettrice dell'esercito degli Stati Uniti?
Di sicuro non c'è stato alcun allarme attentati. Lo smentiscono sia da Baghad che dall'ufficio stampa della Cri.
La Cri a Baghdad. Quella italiana è la sola sezione della Croce Rossa Internazionale che negli ultimi anni, fin dall’ottobre del 2003, ha mantenuto una presenza attiva nella capitale irachena nonostante la precaria situazione di sicurezza.
Lo staff italiano presso l’ospedale Medical City di Baghdad contava di una quindicina di persone: infermieri, operatori sanitari generici e, a quanto ci risulta, un solo medico. Unitamente al personale iracheno, svolgono attività di pronto soccorso, visite specialistiche, interventi chirurgici e trattamenti in ambiente protetto, per casi di gravi ustioni.
"Sono semplicemente spariti". A raccontare della sparizione è un’esponente della Mezzaluna Rossa a Baghdad che, solita ad avere contatti con i colleghi italiani, ha confermato di non avere idea né dei motivi per cui gli operatori della Cri siano improvvisamente scomparsi, né su dove si trovino attualmente. La fonte afferma anche di avere telefonato diverse volte all’ospedale per chiedere spiegazioni e di non averne mai ricevute.
“Sono tutti partiti” le hanno detto al telefono, in arabo, dal quartier generale della Croce Rossa Italiana a Baghdad.
Nascosti. Oggi sono circolate voci discordanti che vedono l’intero staff italiano in un luogo indefinito della zona verde - l’area iperprotetta della diplomazia a Baghdad - in attesa di espatriare con un volo dall’aerporto cittadino o addirittura con un convoglio via terra verso la Giordania.
Ma la situazione è resa ancor più fumosa dal fatto che non è più sicuro nemmeno il ricambio del personale ospedaliero pervisto per il tre di agosto.
Insistenti voci da Baghdad affermano infatti che il volo sarebbe stato sospeso. E fonti di PeaceReporter, che con quel volo sarebbero dovute rientrare in Italia, hanno confermato di non avere più notizie certe del loro rientro che sarebbe stato sospeso.
Gli operatori delle Cri in attesa di partire dall’Italia per raggiungere Baghdad, e dare il cambio ai colleghi non sanno se partiranno, dove troveranno i propri colleghi e se potranno effettivamente rilevarne il posto.
Conferme. Dall'ufficio stampa della Cri di Roma il dottor Fabozzo conferma: "Si, effettivamente gli italiani stanno smobilitando, daremo notizia del come e del perché con un comunicato ufficiale entro poche ore.
Non è certamente per un allarme terrorismo che gli italiani stanno lasciando l'ospedale. Diciamo per un cambio della politica del nostro intervento".
Sempre dall'ufficio stampa della Cri infatti confermano: il volo previsto per il prossimo tre di agosto, che avrebbe dovuto portare materiale e personale (e portare indietro il personale attualmente a Baghdad) è stato cancellato.
Dalla Croce Rossa non confermano e non smentiscono nulla di più, ma non è infondata la notizia che il gruppo di italiani verrà trasportato con un convoglio, attraverso il pericolosissimo deserto iracheno, verso la Giordania.